Alla scoperta dei segnali radio del Sole: la nuova missione della NASA

Alla scoperta dei segnali radio del Sole: la nuova missione della NASA

Recentemente, la NASA ha rilevato strani segnali radio emessi dal Sole, e ora sta cercando di capire da dove provengano esattamente. La superficie del Sole è nota per emettere con regolarità delle espulsioni di quella che viene definita massa coronale (indicata con la sigla CME) e di brillamenti solari. Ma non si tratta soltanto di questo. Gli scienziati, infatti, hanno osservato queste onde radio per la prima volta decenni fa.

Nel tempo, si è compreso che questi segnali sono collegati ai brillamenti solari e alle gigantesche eruzioni sul Sole, note come espulsioni di massa coronale. Questi eventi sono fondamentali per il meteo spaziale e possono influenzare le comunicazioni satellitari e la tecnologia terrestre. Ma l’origine precisa di queste onde radio all’interno di una CME resta un mistero.

Effetti delle espulsioni di massa coronale

Le espulsioni di massa coronale (CME) sono esplosioni violente di plasma e campi magnetici dalla corona solare. Questi fenomeni, insieme ai brillamenti solari, possono disturbare le trasmissioni radio, causare interruzioni di energia, danneggiare i satelliti e le linee di trasmissione elettrica, e generare segnali radio.

Per studiare e comprendere meglio questi fenomeni, la NASA ha lanciato la missione CubeSat Radio Interferometry Experiment (CURIE). I satelliti della missione sono stati predisposti il 9 luglio 2024, dopo che è stato lanciato Ariane 6, e le comunicazioni con la Terra saranno stabilite la settimana seguente.

La missione CURIE

La missione CubeSat Radio Interferometry Experiment (CURIE) della NASA è stata lanciata per studiare le segnalazioni radio provenienti dal Sole. Due piccoli satelliti che si trovano intorno al nostro pianeta analizzeranno ciò che avviene sulla superficie del Sole e analizzeranno i segnali emessi durante i fenomeni sulla stella.

L’Agenzia Spaziale Europea ha spiegato che queste onde radio devono essere osservate dallo spazio, poiché non riescono a raggiungere la superficie terrestre a causa dell’assorbimento da parte della ionosfera.

David Sundkvist, ricercatore principale di CURIE all’Università della California, Berkeley, ha dichiarato che questa missione è ambiziosa ed emozionante. È la prima volta che un radiointerferometro viene fatto volare nello spazio in modo controllato, aprendo così nuove possibilità per la radioastronomia.

Obiettivi della NASA

I due satelliti sono stati messi in orbita con il razzo Ariane 6 dell’Agenzia Spaziale Europea. L’obiettivo è dispiegarli a circa 580 chilometri sopra la superficie terrestre. I satelliti sono dotati di due antenne lunghe 2,4 metri, che permetteranno di scansionare le onde radio tra 0,1 e 19 megahertz.

I satelliti devono operare ad una distanza di 3 chilometri tra di essi. Gli esperti tenteranno di comprendere la provenienza dei segnali radio misurando il tempo impiegato per raggiungere ciascun satellite. Questa distanza permette agli strumenti della missione di effettuare misurazioni ed analisi delle differenze delle onde radio per quanto riguarda il tempo del loro arrivo, consentendo di identificare con precisione la loro origine.