Ariane-6: il nuovo razzo europeo che segna il ritorno dell’ESA nello spazio

Ariane-6: il nuovo razzo europeo che segna il ritorno dell’ESA nello spazio

L’Europa è tornata a volare nello spazio con il proprio vettore spaziale. Alle 21 del 9 luglio, allo scadere della prima ora della finestra di lancio, il nuovo razzo Ariane-6, sviluppato grazie al lavoro dell’Agenzia Spaziale Europea, si è sollevato dalla rampa di lancio della base nella Guyana Francese. Nonostante alcune nuvole all’orizzonte, il razzo ha iniziato la sua ascesa senza problemi.

Il contributo italiano e la tecnologia di Ariane-6

Il razzo Ariane-6 è stato assistito dai due razzi P120, realizzati nel nostro Paese, a Colleferro da Avio. Questi razzi ausiliari hanno fornito la spinta necessaria durante i primi minuti di volo, per poi staccarsi regolarmente, come mostrato dalle immagini trasmesse dalla telecamera esterna del vettore.

Il motore centrale Vulcan, potenziato rispetto alla versione utilizzata nel precedente Ariane-5, ha continuato a funzionare bruciando idrogeno e ossigeno. In seguito al distacco del primo stadio, si attendeva con trepidazione l’accensione del secondo stadio Vinci.

Questo elemento, il più innovativo del vettore, ha la capacità di accendersi e spegnersi fino a quattro volte, permettendo di portare i satelliti nella loro orbita definitiva. Una volta completata la missione, il secondo stadio si accenderà per un’ultima volta, precipitando nell’atmosfera e disintegrandosi per evitare la formazione di detriti pericolosi.

Carichi e missioni di Ariane-6

Per questo lancio inaugurale, Ariane-6 trasportava 11 carichi di vario tipo: otto cubesat provenienti da diverse nazioni, costruiti da università o enti di ricerca, tra cui uno della NASA, e una capsula recuperabile al suo primo collaudo. Inoltre, il razzo era equipaggiato con tre apparati progettati per registrare il comportamento del vettore nel corso della missione, con la trasmissione delle informazioni in tempo reale.

Risultati del lancio e collaborazioni europee

Dopo i primi venti minuti di volo, Ariane-6 ha raggiunto la velocità orbitale e ha continuato le sue operazioni in maniera regolare, dimostrando l’efficacia del lavoro svolto dai partner che hanno contribuito alla sua costruzione. Sotto la direzione del gruppo francese ArianeGroup, responsabile della produzione del primo stadio, il secondo stadio è stato realizzato in Germania, mentre l’Italia ha realizzato anche la turbopompa che si occupa della gestione dell’ossigeno in relazione al motore principale.

Prospettive future del mercato spaziale

Nei prossimi cinque mesi, una lunga analisi dei dati raccolti durante il volo sarà necessaria per verificare che tutto abbia funzionato come previsto. Successivamente, si passerà ai voli operativi, con sei lanci previsti per il 2025. Ma Ariane-6 deve affrontare un mercato difficile, dominato dagli Stati Uniti e da Elon Musk, che, grazie al sostegno della Difesa americana, offre lanci a costi inferiori rispetto a quelli gestiti da Arianespace.

L’Europa non ha alternative se vuole mantenere la sua indispensabile autonomia nello spazio. La speranza è che, in futuro, possa recuperare il tempo perduto grazie a investimenti adeguati nella tecnologia e una politica spaziale attenta, capace di adottare strategie adeguate ai cambiamenti dei tempi.